Il colore come strumento narrativo negli interni
Il colore come strumento narrativo negli interni
Arch. Francesca Longoni
Architetto d'interni
giovedì 06 novembre 2025

Il colore come strumento narrativo negli interni


In un progetto di interior design, ogni scelta contribuisce a raccontare una storia: dello spazio, delle persone che lo vivono e delle emozioni che evoca. Tra tutti gli elementi a disposizione del progettista, il colore è forse il più potente strumento narrativo, capace di evocare atmosfere, suggestioni e guidare l’esperienza sensoriale in modo immediato e profondo. Viene spesso relegato a mero aspetto decorativo, ma in realtà possiede un linguaggio simbolico e psicologico non indifferente. Ogni tonalità ha il potere di suscitare emozioni e stati d’animo diversi: il blu rilassa e ispira introspezione, il rosso stimola ed energizza, il verde connette con la natura e trasmette equilibrio. Comprendere questi codici è fondamentale per chi vuole utilizzare le palette cromatiche all’interno della propria casa, senza appesantire ma piuttosto per valorizzare. Il colore infatti negli interni non è solo una questione di gusto o stile: è una grammatica visiva con cui possiamo scrivere emozioni, evocare ricordi, costruire identità. Ogni sfumatura, ogni accostamento, ogni contrasto ha il potenziale di trasformare lo spazio in una narrazione viva, unica e irripetibile. Usare il colore in modo consapevole significa dare voce ai luoghi e alle persone che abitano lo spazio. 

 

Il colore come racconto

Usare il colore come elemento descrittivo di un racconto significa trattarlo come filo conduttore, capace di dare coerenza agli ambienti e di guidare chi li attraversa. Una palette cromatica ben studiata può raccontare una storia di continuità, per esempio, in una casa progettata intorno a una tonalità dominante, oppure può suggerire momenti differenti, con cambi di atmosfera e di destinazione d’uso da una stanza all’altra. Alcune tonalità si coordinano meglio fra loro, altre invece tendono a respingersi. I freddi e i caldi si dividono a seconda dell’uso e dell’atmosfera: per esempio i caldi convivono meglio nella zona giorno mentre i freddi, più tenuti e rilassanti, nella zona notte e nei bagni. Tuttavia il significato e l’impatto di un colore non sono assoluti, ma dipendono dal contesto in cui vengono inseriti. La luce naturale, i materiali circostanti, le proporzioni dello spazio e la cultura visiva di chi lo vive modificano la percezione cromatica. Per questo, il colore va scelto non solo per il suo valore estetico, ma per la sua relazione con tutto il resto: un dialogo continuo tra superfici, texture, volumi e luce.

 

Tendenze  e identità

Seguire le tendenze può offrire spunti interessanti, ma la selezione del colore nasce da scelte autentiche e coerenti con il progetto. Ma soprattutto con il gusto perdonale. Come nella moda, e nelle altre discipline creative il colore segue delle tendenze periodiche che fanno diventare una palette di moda, più di un’altra. Il rischio di applicare colori "alla moda" è quello di ottenere ambienti impersonali o rapidamente datati. Il colore, invece, dovrebbe essere un’estensione della storia che si vuole raccontare attraverso lo spazio: non un semplice abbellimento. 

 

Palette iconiche

Nel mondo dell’interior design, alcune combinazioni cromatiche hanno saputo imprimersi nell’immaginario collettivo, diventando vere e proprie icone visive. Non si tratta solo di accostamenti riusciti ma di palette che hanno segnato un’epoca, definito uno stile, influenzato generazioni:

 

1. Bauhaus: i primari

La scuola Bauhaus, attiva in Germania negli anni ’20, ha lasciato un’impronta indelebile nel design moderno con i suoi colori distintivi: rosso, giallo e blu, in abbinamento a bianco, nero e grigio che erano usati con una logica di semplicità e funzionalità.

 

2. Mid-Century: nostalgia e ottimismo

Il design degli anni ’50 e ’60 ha portato con sé palette calde e sofisticate, caratterizzate da toni oliva, senape, arancio e marrone. Queste tonalità, spesso abbinate a legni scuri come il noce, evocano un senso di comfort, eleganza retrò e ottimismo.  Ancora oggi, il mid-century continua a ispirare interni dal gusto raffinato e accogliente.

 

 

3. Memphis: colori pop e libertà creativa

Negli anni ’80 il collettivo Memphis, guidato da Ettore Sottsass, ha rivoluzionato il mondo del design con un uso spregiudicato e ironico del colore. Turchese, fucsia, giallo limone, nero e bianco a contrasto, pattern grafici e materiali plastici. La loro palette è diventata simbolo di una creatività libera volutamente kitsch.

 

4. Scandinavo: neutri e naturali

La palette nordica è un grande classico contemporaneo. Toni neutri e desaturati come bianco, grigio perla, beige, sabbia per creare ambienti calmi, luminosi e armoniosi. Questa tavolozza, ispirata alla natura e alla luce del Nord Europa, incarna un’idea di benessere, semplicità e funzionalità estetica.

 

5. Art Deco: lusso e contrasti

Negli anni ’20 e ’30, l’Art Deco ha fatto del colore un veicolo di eleganza e opulenza. Le palette di questo stile mescolano oro, ottanio, nero lucido, bianco marmoreo, bordeaux e smeraldo, spesso con superfici laccate e texture pregiate. Il risultato è un’estetica ricca e teatrale.

 

 

 

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